Persone Lgbt: gli stessi diritti

Le politiche di prevenzione e contrasto di fenomeni discriminatori nei confronti del mondo LGBT+ sono un impegno imprescindibile per la Regione Autonoma della Sardegna: la legge regionale n. 1 del 21 febbraio 2023 ha previsto per l’anno in corso e per il 2024 il finanziamento dei Centri contro le discriminazioni dettate da orientamento sessuale e identità di genere. La politica regionale si è mossa sulle orme del Dipartimento delle Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri che ha stanziato, a partire dal 2020, un contributo di 4 milioni di euro annui.

Il divieto di discriminazione è espresso in numerosi atti normativi a partire dalla nostra Costituzione che all’art. 3, comma 2, annovera tra i propri compiti la rimozione di tutti quegli ostacoli che, limitando la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono la loro partecipazione all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

E il Consiglio europeo invita gli Stati Membri “a rafforzare e continuare a sostenere l’azione dei meccanismi istituzionali, inclusi gli enti nazionali per le pari opportunità, che sono strumenti essenziali per la non discriminazione delle persone LGBTI”, nonché ad “agire per combattere la discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere”.

La Regione Sardegna ha al momento adottato due strategie: sostenere i centri che si occupano di queste discriminazioni e aderire alla rete degli enti locali e territoriali italiani – RE.A.DY – nata per condividere politiche di inclusione sociale per le persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e transgender realizzate dalle Pubbliche Amministrazioni a livello locale e diffondere buone prassi su tutto il territorio nazionale.

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